mercoledì 29 dicembre 2010

La legislazione edilizia dell’UE attira l’attenzione del mondo

L’aumento del rendimento energetico degli edifici potrà essere ottenuto grazie a una migliore efficienza energetica e a un maggiore impiego di energia rinnovabile. Ma le ristrutturazioni tardano ad adeguarsi ai nuovi standard.


Abitazioni solari a Domat-Ems (CH)
Gli  edifici  europei  rappresentano  un  buon 40%  del  fabbisogno  energetico  dell’UE, consumano addirittura di più dei settori dell’industria e dei trasporti, già altamente energivori  e  sono  responsabili  del  36% delle emissioni di anidride carbonica. Queste cifre spiegano come mai l’UE è così desiderosa di migliorare  il  rendimento  del proprio  parco edifici in vista dei suoi obiettivi 20-20-20 in materia di clima ed energia. Nel  settore  dell’edilizia  il  potenziale  di  effettivo risparmio energetico è immenso. Se verranno  costruiti  nel  rispetto  dei  requisiti più  recenti  dell’UE,  i  nuovi  edifici  avranno un  consumo  energetico  quasi  pari  a  zero.  Gli  edifici  già  esistenti  potranno  essere  riqualificati puntando a un miglior isolamento di tetti e pareti, sostituendo le finestre e adottando  sistemi  ad  alta  efficienza  per  il riscaldamento, il condizionamento e l’acqua calda. Ciò comporterà enormi miglioramenti  nel  rendimento  energetico.   Gli edifici  già esistenti  e  quelli  di  nuova  costruzione  potranno  anch’essi  beneficiare  delle  tecnologie di energia rinnovabile. Ma rimangono alcuni ostacoli. I nuovi edifici progettati per un consumo quasi nullo di energia  (e  cioè  solo  un  po’  di  combustibile e di elettricità) possono richiedere un investimento iniziale superiore del 10% rispetto a un edificio nuovo convenzionale. Ma sono molti i potenziali acquirenti che non possono  permettersi  tale  investimento  aggiuntivo. All’attuale tasso di riqualificazione degli edifici già esistenti,   l’Europa   impiegherà decenni  per  raggiungere  i  suoi  obiettivi  di rendimento energetico. L’attuale percentuale di ristrutturazioni supera di poco l’1% ed è opinione comune che debba raddoppiare o addirittura triplicare.

Tratto dalla rivista "Energia Intelligente Europea, per un futuro sostenibile" andare al sito dell'ente per leggere l'articolo completo (edita dall'EACI, commissione energia intelligente europea)

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