Abitazioni solari a Domat-Ems (CH) |
Gli edifici europei rappresentano un buon 40% del fabbisogno energetico dell’UE, consumano addirittura di più dei settori dell’industria e dei trasporti, già altamente energivori e sono responsabili del 36% delle emissioni di anidride carbonica. Queste cifre spiegano come mai l’UE è così desiderosa di migliorare il rendimento del proprio parco edifici in vista dei suoi obiettivi 20-20-20 in materia di clima ed energia. Nel settore dell’edilizia il potenziale di effettivo risparmio energetico è immenso. Se verranno costruiti nel rispetto dei requisiti più recenti dell’UE, i nuovi edifici avranno un consumo energetico quasi pari a zero. Gli edifici già esistenti potranno essere riqualificati puntando a un miglior isolamento di tetti e pareti, sostituendo le finestre e adottando sistemi ad alta efficienza per il riscaldamento, il condizionamento e l’acqua calda. Ciò comporterà enormi miglioramenti nel rendimento energetico. Gli edifici già esistenti e quelli di nuova costruzione potranno anch’essi beneficiare delle tecnologie di energia rinnovabile. Ma rimangono alcuni ostacoli. I nuovi edifici progettati per un consumo quasi nullo di energia (e cioè solo un po’ di combustibile e di elettricità) possono richiedere un investimento iniziale superiore del 10% rispetto a un edificio nuovo convenzionale. Ma sono molti i potenziali acquirenti che non possono permettersi tale investimento aggiuntivo. All’attuale tasso di riqualificazione degli edifici già esistenti, l’Europa impiegherà decenni per raggiungere i suoi obiettivi di rendimento energetico. L’attuale percentuale di ristrutturazioni supera di poco l’1% ed è opinione comune che debba raddoppiare o addirittura triplicare.
Tratto dalla rivista "Energia Intelligente Europea, per un futuro sostenibile" andare al sito dell'ente per leggere l'articolo completo (edita dall'EACI, commissione energia intelligente europea)
Nessun commento:
Posta un commento